Mangiavo Noodles a New Delhi
Madame si è decisa. Molla il lavoro, gli affetti e tutti i
casini della vita italiana e si trasferisce a Nuova Delhi
per convincere Sir che è la donna della sua vita. La
vita in India non è affatto come Madame se l’era
immaginata. Deve imparare a fare i conti con una realtà
costellata di piccole stranezze, come le mucche che
la scippano al mercato o come l’inquilino del primo
piano che cerca di irretire gruppi di giapponesi con
la scusa di pregare insieme. Nel frattempo, continua a
tenere i contatti con un’ Italia lontana ma mai distante.
Telefonate con amiche che vanno con uomini sposati,
la mamma che non crede che d’inverno in India possa
far freddo e flash dei ricordi della sua infanzia che
in realtà si rivelano essere preziose linee guida per il
futuro. Ma la sfida non è solo questo. Madame capirà
presto che l’India deve essere guardata con occhi
scevri da ogni pregiudizio, che l’insegnamento più
grande che può esserci è quello di non giudicare ciò
che non si capisce e che le ciambelle fritte, specie con
una spolverata di zucchero, risolvono molti problemi.
C’è anche un lieto fine in questa storia in cui gli alberi
di mango e i noodles la fanno da padroni. Madame, con
le buone e forse anche con le cattive, convince Sir. Lei è
la donna della sua vita e lui vuole sposarsela. Un breve
romanzo autobiografico in cui lo sguardo occidentale
dell’autrice si pone in modo investigativo ma mai spinto
dal pregiudizio nei confronti di un mondo curioso e a
volte bizzarro, con l’obiettivo di cogliere il quotidiano
con l’anima libera del viaggiatore e dell’esploratore.
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